Macchiatosi dell'infame morte dei 355 alle fosse ardeatine costui ha avuto la fortuna di campare fino a cento anni,nonostante gli siano state pervenute le sfighe e le morti piu' violente come augurio.... questo dimostra ancora una volta l'inesistenza di alcun Dio,che se ci fosse stato, forse uno cosi' l'avrebbe sistemato prima... Mi unisco alla felicita' dei familiari delle vittime che anche se un po' troppo tardi possono assaporare l'odore della lieve vendetta,pur sapendo che meritava altro trattamento... R.Falker
Prendo in prestito e ripubblico questo articolo dell'ANSA dedicato alla memoria di cio' che accadde:
Un
"orribile delitto contro l'umanita'", con 335 caduti per
ritorsione: cosi' e' stato definito dalla Corte di Cassazione
l'eccidio delle Fosse Ardeatine. Era il 23 marzo 1944, ricorrenza del
venticinquesimo anniversario della fondazione dei fasci di
combattimento, avvenuta a Milano nel 1919. Roma era in piena
Repubblica sociale italiana e il comando partigiano prevedeva una
solenne celebrazione dei fascisti. Chiese così ai ''gruppi di azione
partigiana'' (Gap) se avevano qualche progetto per demoralizzare i
repubblichini. I gap proposero di attaccare col tritolo una colonna
di circa 150 poliziotti appartenenti all'undicesima compagnia del
terzo battaglione del reggimento Ss "Bozen", composta di
altoatesini.
Tutti
i giorni la colonna, puntualissima, percorreva una stretta stradina,
via Rasella, per raggiungere le caserme al Castro Pretorio. Giunti a
Roma da poche settimane, passavano per soldati violenti e feroci.
L'idea fu di Mario Fiorentini, studente in matematica che abitava
vicino a via Rasella. La espose a Rosario Bentivegna ("Paolo")
e Carla Capponi ("Elena"), fidanzati, lui studente di
medicina, lei tecnica di un laboratorio di chimica, entrambi
militanti nel Gap di cui faceva parte Fiorentini. Bentivegna alle
3,25 del 23 marzo percorse via Rasella vestito da spazzino spingendo
un carretto per la spazzatura con dentro 18 chili di tritolo fornito
dalle formazioni speciali dell'esercito. La bomba era stata preparata
da Giulio Cortini, da sua moglie e da altri. Alle 3,35 arrivarono gli
altoatesini e alle 3,45 la bomba scoppiò facendo una strage. Su ciò
che restava della colonna caddero le bombe di Franco Calamandrei e
altri tre partigiani. Le vittime furono 33. Alle 20 dello stesso
giorno il generale nazista Herbert Kappler ebbe l'ordine della
ritorsione: 10 italiani per ogni soldato morto. E furono le Fosse
Ardeatine con 335 vittime (molte delle quali ebrei anche non
italiani, militari e civili), cinque in più dell'ordine ricevuto.
Mentre Kappler ha enormi difficoltà a trovare tante persone da
fucilare sorge il problema di come formare il plotone di esecuzione.
Il comandante del reggimento che ha subito l'attentato si rifiuta.
Anche l'esercito tedesco risponde negativamente dicendo che ''i
militari non vogliono sporcarsi le mani con una turpe ritorsione'".
Cosi'
Kappler decide di far da sé, tra i suoi aiutanti c'è anche Erich
Priebke, che per questo sarà processato per "concorso in
violenza con omicidio continuato in danno di cittadini italiani".
Kappler divide i suoi uomini (12 ufficiali, 60 sottufficiali e un
soldato) in piccoli gruppi e ordina di sparare un solo colpo per
prigioniero. Le vittime furono uccise a gruppi di cinque con un colpo
alla nuca. Il primo gruppo mori' alle 15,30 del 24 marzo. Il secondo
gruppo è comandato dallo stesso Kappler che vuole dare l' esempio.
Tutto finisce alle 20. Quattro ore e mezzo di sangue. Le vittime
avevano un'età che andava dai 14 ai 72 anni. C'erano architetti,
avvocati, attori, banchieri, calzolai, falegnami, camerieri,
elettricisti, militari di ogni ordine e grado, impiegati, operai,
tipografi e un sacerdote. Il 3 maggio 1948 Kappler compare dinanzi al
Tribunale militare di Roma e il 20 luglio viene giudicato colpevole e
condannato all'ergastolo. Ricorre ad una serie di appelli, l'ultimo
il 19 dicembre 1953. Sentenza confermata. Comincia così l'espiazione
del "Boia delle Ardeatine", prima a Forte Boccea fino al
1949, poi a Gaeta fino al 1976 e quindi all'ospedale militare del
Celio perché "gravemente ammalato". Qui è assistito dalla
moglie, Frau Anneliese. Nella notte fra il 14 e il 15 agosto 1977
Kappler, benché gravissimo, riesce ad evadere, si dice nascosto
dentro la valigia della moglie. Morirà a Soltau (Rfg) il 9 febbraio
1978. Bisognerà aspettare fino al 1998 per la condanna degli altri
due ufficiali nazisti coinvolti nella strage: Erich Priebke e Karl
Hass. Il secondo è morto nell'aprile del 2004. © Copyright ANSA .
(eh ehe eh almeno non e' arrivato a 101...)